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Global Trends - Rapporto UNHCR 2019

© UNHCR/Eduardo Soteras Jalil

L’un per cento della popolazione mondiale è in fuga

In occasione della presentazione del rapporto Global Trends, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha esortato tutti gli Stati a fare di più per dare a profughi e sfollati una nuova casa. L’attuale rapporto dell’UNHCR rivela che, nell’ultimo anno, violenze, persecuzioni e il tracollo dell’ordine pubblico sono stati la causa per cui l’uno per cento della popolazione mondiale – pari a una persona su 97 – è diventato vittima di sfollamento forzato. Allo stesso tempo, sempre meno persone hanno la possibilità di fare ritorno al loro luogo d’origine.

Secondo il documento, pubblicato due giorni prima della Giornata mondiale del rifugiato, le persone in fuga sono complessivamente 79,5 milioni. In base ai dati dell’UNHCR, è stato quindi raggiunto un nuovo, drammatico, record.

Il rapporto mostra inoltre che, per i profughi, la prospettiva di una fine rapida alla propria situazione di emergenza si affievolisce sempre di più. Se negli anni 1990 ogni anno in media 1,5 milioni di profughi riuscivano a tornare a casa, negli ultimi dieci anni il numero è sceso a circa 390 000. Il totale delle persone in fuga è dunque in aumento.

«Ci troviamo di fronte a una realtà diversa. Lo sfollamento forzato non solo riguarda molte più persone, ma ha anche cessato di essere un fenomeno temporaneo e di breve durata», osserva l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi. «Non ci si può aspettare che le persone colpite vivano per anni nell’incertezza, senza la possibilità di fare ritorno nel loro Paese e senza la speranza di un futuro nel luogo in cui hanno trovato rifugio. Dobbiamo avere un atteggiamento radicalmente nuovo e più positivo nei confronti di chi fugge ed essere più risoluti nel cercare di risolvere conflitti che si protraggono da anni e sono la causa di queste immani sofferenze».

Secondo il rapporto dell’UNHCR, dei 79,5 milioni di persone in fuga 45,7 sono sfollati interni, cioè stanno fuggendo entro i confini del proprio Paese. 29,6 milioni di persone sono dovute invece fuggire in un altro Stato (di queste, 26 milioni sono rifugiati) e 4,2 milioni sono ancora in attesa dell’esito della loro procedura di asilo.

Il forte incremento di profughi, dai 70,8 milioni alla fine del 2018 ai 79,5 milioni attuali, è riconducibile a due fattori principali: in primo luogo, lo scorso anno il numero di sfollati è aumentato in maniera preoccupante, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, nel Sahel, nello Yemen e in Siria. La guerra in quest’ultimo Paese dura ormai da nove anni: in tale lasso di tempo 13,2 milioni di persone si sono trasformate in profughi, richiedenti l’asilo e sfollati interni. Questa cifra equivale da sola a un sesto del totale globale.

In secondo luogo, per la prima volta nel rapporto attuale viene analizzata meglio la situazione delle Venezuelane e dei Venezuelani all’estero. Molti di loro non sono registrati né come profughi né come richiedenti l’asilo, pur avendo ugualmente bisogno di protezione.

Dietro questi dati si celano destini unici e molto personali. Il numero di minori in fuga – secondo alcune stime si tratta di 30-34 milioni di individui, migliaia dei quali non accompagnati – supera, per esempio, la popolazione di Australia, Danimarca e Mongolia messe insieme. Il numero di sfollati di età superiore ai 60 anni va proporzionalmente in una direzione diversa: queste persone rappresentano solo il 4 per cento delle vittime di sfollamento forzato, ma equivalgono a circa il 12 per cento dell’intera popolazione mondiale.

Dati sulla fuga e lo sfollamento forzato:

  • negli ultimi dieci anni, circa 100 milioni di persone sono dovute fuggire all’interno del loro Paese di origine o all’estero;

  • dal 2010 il numero di persone in fuga è raddoppiato (da 41 milioni nel 2010 ai 79,5 milioni attuali);

  • l’80 per cento delle persone in fuga si trova in regioni o Paesi colpiti da grave insicurezza alimentare e malnutrizione;

  • più di tre quarti di tutti i profughi (77 %) sono colpiti da sfollamento forzato duraturo, basti pensare all’Afghanistan, Paese dal quale le persone fuggono da una cinquantina di anni;

  • più di otto profughi su dieci (85 %) si trovano in Paesi in via di sviluppo e la maggioranza trova rifugio in uno Stato limitrofo;

  • due terzi delle persone che hanno dovuto abbandonare il proprio Paese provengono da soli cinque Stati: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sudan del Sud e Myanmar;

  • il rapporto Global Trends comprende tutti gli sfollati e i profughi, compresi i 5,6 milioni di profughi palestinesi di cui si occupa l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA);

  • le città sono sempre più luoghi di rifugio; nel 2019 circa due terzi degli sfollati interni si trovavano in città o in aree urbane;

  • grazie a un nuovo indicatore, l’impegno in materia di sviluppo sostenibile (2030 Sustainable Development Commitment) a non lasciare indietro nessuno contempla ora esplicitamente anche i profughi.

Al link seguente sono disponibili ulteriori documenti sul rapporto Global Trends: www.unhcr.org/unhcr-global-trends-2019-media